Gli amori malati

Gli amori malati non è un saggio né un romanzo, bensì una «analisi artistico-letteraria di una patologia della realtà» con una scrittura ad alto coefficiente poetico, condotta nei territori del cinema, della musica, della narrativa. Istruzioni per l’uso: mettersi nello stato d’animo di chi si avvicina a un grimorio, un libro di incantesimi e magie, banchettando con ogni intruglio. Perché il mondo dell’arte e della letteratura hanno dato storie e immagini agli amori degli uomini di carne, nel tempo magico e feroce che consuma come una malattia. Del resto «sono tanti i modi in cui si dà amore, e sono giusti e ingiusti. Sono per la vita e per l’assenza della stessa. Quando sono distorti, ossessivi e affilati, sono il castigo che non si sa di infliggere. Gli amori senza arte, senza poesia, gli amori figli del nostro tempo, che non vanno tramutati in una storia da imprimere sulla carta sono spesso imperfetti, come sangue che pulsa nelle vene, e scorre più forte per l’offesa dell’indifferenza, o della misura errata. La loro risposta
a un sentimento idealizzato non combacia quasi mai con le voglie e con il bisogno».

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Nicoletta Prestifilippo, classe 1984, catanese di nascita e cittadina adottiva
dei luoghi della bellezza, collabora con periodicità anarchica a web magazine
come Quasicultura, Nazione Indiana, Kultural, Magazzini Inesistenti,
e ha pubblicato La bellezza dell’attesa per Edizioni della Sera.

Il volume, realizzato su cartoncino Terrarossa Materica di pura cellulosa ecologica,
carta interna Arena ivory bulk extralusso, è in tutte le librerie e nei maggiori store online,
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L’inutilità dei buoni

Ne L’inutilità dei buoni Roberto non trattiene ricordi, ed occupa il vuoto della mente aggrappandosi alla ripetizione di gesti meccanici e ossessivi, controllato dagli assistenti sociali. Bruno, invece, convinto di essere vittima dell’egoismo altrui, si ostina in modo distruttivo a trovare negli altri l’approvazione di cui ha bisogno. Storie parallele
in un romanzo di formazione al contrario, in cui l’incontro inconsueto di due uomini
nei panni del medesimo, fa emergere il lato oscuro di entrambi.

Le parlai delle mie paranoie, delle mie titubanze, dell’ipersensibilità.
«E ti stupisci di essere da solo?» m’aveva detto ridendo, con un’espressione
che pareva alludere a qualcosa di più promettente.
«Mi stai dicendo che sei ancora interessata?» le avevo chiesto allora,
accorgendomi subito d’avere frainteso.
«È tardi, ma sarebbe stato bello, allora. Chissà cosa sarebbe successo
se solo avessi risposto per tempo».
Era il suo modo di rifiutarmi, l’unico che le avrebbe garantito
un interesse perpetuo da parte mia.

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Alessandro Tuzzato insegna Italiano e Storia al I.I.S Levi-Ponti di Mirano,
in provincia di Venezia. Ha vissuto per anni in California, dove ha conseguito il dottorato
di ricerca in Letteratura italiana alla Stanford University. Con L’inutilità dei buoni
è arrivato in finale alla ventottesima edizione del Premio Italo Calvino.

Il volume, realizzato su cartoncino ecologico e carta avoriata extralusso, è in tutte le librerie
e nei maggiori store online o su https://divergenze.eu/prodotto/linutilita-dei-buoni/
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Avenida Libertador

Avenida Libertador narra di persone scomparse, di chi le ha cercate e di chi non ha mai smesso di farlo. Buenos Aires, 1978. Durante la dittatura militare, la città e la nazione intera sono in fermento per i mondiali di calcio. Ma all’ombra della festa si consuma il dramma dei desaparecidos, una realtà invisibile fatta di esistenze e identità negate, nella quale molti cercano un punto di luce tra fuga e verità. L’autrice ricostruisce informazioni ed eventi documentati, dando vita a una storia di persone e di luoghi carichi di valore testimoniale. «L’uomo con il giubbotto di pelle pensò a quel viso di ragazza sconosciuto, aprendo tutti i cassetti della memoria senza risultato. Quindi pagò il caffè, diede un’occhiata veloce ai titoli del Clarín e uscì sbattendo la porta, facendo tremare il chiama angeli. Poi, con calma, salì su una Ford Falcon parcheggiata a pochi metri. Tamar e Magda videro l’auto allontanarsi, e alla sorella di Lucas venne un nodo in gola. Quell’auto era simile a quella che, due notti prima, aveva visto allontanarsi dalla finestrella della soffitta, ma non disse nulla a Tamar, non aveva senso allarmare l’amica per una stupida sensazione. Pagarono, salutarono Esteban e si diressero verso il commissariato di Buenos Aires per cercare notizie di Lucas Tizak,
un nome, un cognome e un volto che loro non volevano dimenticare».

Con una appendice critica di Cecilia Serra.

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Cristina Amato nasce a Catania nel 1980. Laureata presso la facoltà di Lettere e Scienze Umane di Neuchâtel, lavora come copywriter e digital marketing strategist presso un’agenzia pubblicitaria di Catania. Ama i pois, il cinema e i bassotti.
Affetta da patologie letterarie, sta ancora contando i propri sogni nel cassetto.

Il volume, realizzato su cartoncino ecologico e carta bulk morbida ad effetto vintage,
è in libreria, nei maggiori store web, o su https://divergenze.eu/prodotto/avenida-libertador/
in copia singolarmente numerata e senza spese di spedizione.

Ermeneutica di Leoncavallo

Ermeneutica di Leoncavallo, secondo titolo di (ec)citazioni, la collana di alta moda del pensiero di Divergenze, è un’escursione intimista che illustra in maniera immediata e felice
la sintesi del pensiero artistico, filosofico ed emotivo di un autore che ha regalato
alla letteratura drammatica del teatro un’opera immortale. «Metateatro e non solo,
Leoncavallo porta sulla scena la dimensione più nuova del naturalismo,
e quella primitiva delle antiche maschere e forme musicali dell’opera buffa,
mescolandole in un amalgama tempestoso di fittizio e reale».

Postfazione di Giovanni Battista Rigon, direttore d’orchestra, pianista
e docente al conservatorio di Venezia.

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Alessandro Cotroneo nasce a Roma nel 1999.
Inizia a studiare pianoforte all’età di otto anni e violino a dodici. Dopo la maturità classica
si iscrive a Lettere moderne all’università “La Sapienza”, proseguendo lo studio musicale
al conservatorio A. Casella nel corso di Composizione.

Il volume, realizzato su cartoncino Terrarossa Materica e carta avoriata extralusso,
è in tutte le librerie e nei maggiori store online in copia singolarmente numerata.

La scelta di Lazzaro

La scelta di Lazzaro non è un poliziesco, un noir, un thriller o un ritratto storico alla Bukowski di una generazione uscita con troppi acciacchi dagli anni di piombo: è tutto insieme e molto di più. È la vicenda dai confini larghi e imperfetti di Lazzaro Mainardi, umana proprio perché estrema e priva di rimorsi anche quando il protagonista si lascia vivere, pensare, incolpare, ed «alzati e cammina» lo dice a ciascuno di noi. «Sulle strade corrono auto inani­mate, uno scatolame brutto d’estetica e di contenuti. Nessuno si saluta, perfino il tram pare pigro e svogliato. L’odore di asfalto brucia le narici, e penso che se mi fosse data la scelta vorrei rinascere gatto. Gatto di campagna, non di città; di quelli magri e con il pelo scarruffato, imperfetto, ma liberi davvero, liberi di decidere il proprio destino senza vederlo spegnersi
ai piedi d’una poltrona, prigionieri di edifici incapaci di nutrire la fantasia».

Apparato critico curato da Arianna Giancani.

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Alessandro Bastasi è nato a Treviso nel 1949 e attualmente vive a Milano. Attore e autore
di numerosi articoli di argomento teatrale per riviste di settore e quotidiani, ha trascorso lunghi periodi all’estero, in particolare a Mosca. Il passaggio alla nuova Russia gli ha dato materia per il primo romanzo, La fossa comune, pubblicato nel 2008 e ambientato nella città del Cremlino. Ha poi firmato La gabbia criminale (2010) e Città contro (2012) per Eclissi, quindi Era la Milano da bere (2016), Morte a San Siro (2017), Notturno metropolitano (2018) e Milano rovente (2019) con Fratelli Frilli Editori.
Suoi racconti sono presenti in varie antologie e siti letterari.

Il volume, realizzato su cartoncino ecologico e carta interna bulk morbida a effetto vintage
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Metafisica del sottosuolo

Metafisica del sottosuolo è il primo titolo di (ec)citazioni, la collana di alta moda del pensiero di Divergenze. Ogni esercizio di critica dovrebbe osare, indagare territori nuovi con le armi dell’intuito e una voglia di scoprire sempre viva. Metafisica del sottosuolo è frutto
di quella sinergia, che ha portato l’autrice a scrivere il manifesto di una familiarità
finora mai rivelata fra Leonardo Sciascia e Fëdor Dostoevskij.

«I fili che uniscono scritture anche molto lontane possono essere sorprendentemente sottili e al contempo resistenti come quelli di seta. È il caso di Leonardo Sciascia e F. M. Dostoevskij, separati da distanze siderali, eppure dialoganti su terreni comuni. Uno su tutti la naturale attitudine a considerare la scrittura un metodo di indagine sull’uomo, inteso come unità misteriosa su cui è impossibile mettere un punto definitivo».

Prefazione del prof. Antonio Di Grado, direttore letterario della Fondazione Sciascia. Postfazione di Federico Fiore.

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Antonina Nocera vive a Palermo, dove insegna nelle scuole secondarie superiori.
Ha pubblicato una monografia dal titolo Angeli sigillati. I Bambini e la sofferenza nell’opera
di F. M. Dostoevskij
(FrancoAngeli, 2010), articoli su riviste come Kaiak. A Philosophical
Journey, e Kainos. Gestisce inoltre il blog letterario bibliovorax,
dedicato a recensioni e interviste di autori contemporanei.

Il volume, realizzato in cartoncino Materica Terrarossa di pura cellulosa ecologica,
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Due novelle del Seicento

Le Due novelle del Seicento sono tratte da una raccolta di racconti molto rara di Adolfo Albertazzi, discepolo del Carducci e raffinato intellettuale del primo Novecento. Le sue novelle possono essere distinte in due categorie: quelle storiche, che riportano alla luce fatti riconducibili al vero o plasmano situazioni del presente sullo sfondo di tempi lontani; e quelle fantastiche, legate cioè alla pura invenzione dell’autore.  La distinzione tra le une e le altre non è mai nitida, ma il risultato è unico: l’autore parla di vita, spoglia la quotidianità fino a coglierne un’essenza che, nella storia dell’uomo, si classifica come il continuum esistenziale; quindi parla del proprio tempo, che però rispecchia il tempo del passato e lo riflette nel futuro. Con un sottofondo di ironia latente ma sempre vivo egli riesce a recuperare, senza esaurirsi in nessuna di esse, varie esperienze narrative: dalla fiaba popolare al bozzetto provinciale, passando per il grande scorcio romanzesco grazie a una misura breve, personale, che ne risolve le caratteristiche in un singolare equilibrio. Anche le due qui proposte, attuali benché ambientate in epoche lontane, venate di un umorismo tipicamente romagnolo,
fanno divertire e trepidare i lettori perché si collocano in quella zona misteriosa
che attraversa le nostre esistenze quotidiane.

Prefazione, postfazione, ricerche documentali e appendici critiche curate da Diletta Pacini.

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Adolfo Albertazzi (Bologna, 1866-1924), allievo di Giosuè Carducci, ha pubblicato la più pregevole e schietta biografia del maestro, Il Carducci in professione d’uomo, studi sui romanzi e romanzieri del Cinquecento e del Seicento, quindi una serie di saggi, romanzi, novelle. E nell’arte di queste ultime è stato fra i migliori interpreti
del proprio tempo, e forse di molti altri.

Il volume, realizzato in cartoncino di cellulosa ecologica e carta interna avoriata extralusso,
è in tutte le librerie o su https://divergenze.eu/prodotto/due-novelle-del-seicento/
dov’è possibile acquistarlo in copia numerata e senza spese di spedizione.

La dialettica della Ragione

Un’introduzione esauriente al Theodor Adorno sociologo, filosofo e musicologo della Scuola di Francoforte, tra i grandi protagonisti dell’avventura del pensiero del Novecento.

È l’uso distorto e ideologico dei media a impedire che si sviluppi nelle masse la capacità dialettica di confrontare i singoli elementi fra loro. È questo uso che Adorno attacca, e non il mezzo in sé, come spesso invece si è creduto. Egli si augurava un mondo riconciliato nel quale il progresso avrebbe preso atto del suo momento regressivo, e in cui i media avrebbero coltivato coscienze critiche ca­paci di immaginare davvero, piuttosto che di pensare per stereotipi. «Tutto quanto oggi si chiama comunicazione, senza eccezione, è solo il rumore che soverchia il mutismo dei bloccati dal sortilegio».

Apparato critico a cura del filosofo Marco Vagnozzi

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Sergio Pandolfo, palermitano classe 1982, vive a Partanna in provincia di Trapani e si forma al liceo classico “G. Pantaleo” di Castelvetrano. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Filosofiche nell’ateneo di Palermo, è appassionato di letteratura e di scacchi.

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Il volume, realizzato in cartoncino ecologico di pregio e carta avoriata bulk extralusso,
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dov’è acquistabile in copia numerata e senza spese di spedizione.

Lo scatto della lumaca

Lo scatto della lumaca è una raccolta di alcuni tra i racconti più rappresentativi di Luciano Zùccoli, nome d’arte del conte Luciano von Ingenheim. Fra banditi goliardi e amori febbrili, addii previsti e mai accettati, domina un senso di quiete scartata per errore e inseguita mentre il destino si burla dei desideri. Cinque ipotesi di felicità senza seguito,
ma taglienti come una consolazione.

«Egli non amava la moglie; il suo carattere, aspro nel fondo e ignaro di tenerezza, gli concedeva soltanto d’essere superbo e soddisfatto di Laura. L’amore degli altri, di tutti gli altri, giovani, maturi e vecchi, per la donna che gl’ap­parteneva, gli era sembrato, fino a quel giorno, strano e ridicolo. Da quel giorno cominciava a sembrargli minaccioso, lo turbava nei suoi facili giudizi, e lo costringeva a pensare a Laura in una maniera nuova, a guardarla con una curiosità in­quieta. Ella sapeva gli spa­simi di tutti quegli uomini, la disperazione di Silvio, lenta e cheta come scatto di lumaca, e non aveva mai fatta parola».

Apparato critico a cura di Valentina Sgarbi ed Erika Cancellu.

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L’autore, oriundo tedesco nato nel 1868 a Calprino, Svizzera, e morto a Parigi nel 1929, dopo la formazione classica ha avuto una vita avventurosa, dissoluta, devota ad un’Italia che vedeva come «patria naturale del­l’arte e della speranza, quantunque nutra un popolo pronto a tradirla con ardimento». Pri­ma ufficiale dell’esercito, quindi politico e giornalista, fonda “La provincia di Modena”, dirige per alcuni anni la “Gazzetta di Venezia”, collabora a “Il Marzocco”, al “Corriere della sera”. La fertile vena narrativa lo rende ben presto uno degli autori più noti del suo tempo, benché alterni lavori di consumo ad altri più fini. Da cin­que di questi ultimi sono tratti i racconti de Lo scatto della lumaca, felice espressione
che l’au­tore utilizza nelle novelle d’apertura e di chiusura.

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Il volume, realizzato in cartoncino ecologico Old Mill e carta avoriata bulk extralusso,
è in tutte le librerie e su https://divergenze.eu/prodotto/lo-scatto-della-lumaca/,
acquistabile senza spese di spedizione in un lotto di copie singolarmente numerate.

Nulla di speciale nella Terra

Nulla di speciale nella Terra è una raccolta di undici racconti i cui protagonisti cercano,
fra pettegolezzi di colleghi, malizie, funzionari capricciosi e ingerenze di una vita
fuori misura, qualcosa che li riscatti dai cliché dai quali si sono lasciati addomesticare.
«Il mare è la cosa più vicina a dio in Terra, più tan­gibile del cielo. Una vastità
senza interruzioni, dove l’uomo è riuscito pressappoco a conficcare qual­che scoglio.
Nessun grattacielo né edifici di sorta feriscono la continuità dell’acqua,
come sono state di­radate le foreste. Carlotta ascolta un mare che dà e prende».

– Apparato critico a cura di Saverio Stella –

Nulla di speciale nella Terra, realizzato su cartoncino ecologico e carta interna
avoriata extralusso ad alta grammatura, è in libreria e nei maggiori store online,
o su https://divergenze.eu/prodotto/nulla-di-speciale-nella-terra/ in un lotto speciale
di copie numerate con inchiostro naturale, ordinabile senza spese di spedizione.

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Barbara Antonelli è nata e risiede a Pesaro.
Dopo la laurea in Architettura allo IUAV di Venezia è approdata in un ente pubblico.
Ha partecipato alla giuria popolare del Premio Campiello ed ha collaborato
in campo editoriale come lettore. Nulla di speciale nella Terra è il suo primo libro.