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Un contributo al dibattito sulla traduzione come forma d’arte e congegno evolutivo dotato di influenza non solo ermeneutica, ma cognitiva e pluridisciplinare.

Sostanza artistica della traduzione

Quarto titolo della collana Impronte, l’officina scientifico-letteraria
di autrici accademiche, Sostanza artistica della traduzione è un’opera priva di genere.
Racchiude infatti un saggio, o meglio, una plaquette che spiega in maniera rapida,
con un linguaggio diretto, come la traduzione sia una attività artistica; quindi, un dramma
di Susan Glaspell, la più importante autrice drammatica del Novecento d’oltreoceano:
Inezie, una sorta di noir in un atto, rappresentato per la prima volta nel 1916.
Nella cucina dove è stato perpetrato l’omicidio del padrone di casa la signora Hale
e la signora Peters si confrontano, mentre scelgono degli oggetti personali da portare
alla donna accusata del delitto, e i mariti – lo sceriffo e il testimone – cercano indizi.
Costoro, insieme all’avvocato della contea, deridono il «piccolo mondo» femminile
con toni ora supponenti ora beffardi. Rovistano la casa in cerca di indizi, di tracce utili
a dedurre le “cose importanti” a cui le donne non sarebbero in grado di pensare,
e benché le due non si ritengano detective né abbiano intenzione di improvvisarsi tali,
da alcune “inezie” invisibili agli uomini intuiscono, con una certa dose di rimpianti,
il movente del delitto. Con dialoghi mordaci e pieni di allusioni, che a tratti ricordano
lo stile di Oscar Wilde, pur nella dignitosa umiltà dei ruoli cui sono ridotte,
le signore arrivano «in fondo alle cose», e nel ragionamento critico in appendice
Romanoni spiega come l’opera sia un documento sociologico di rilievo
sulla questione femminile negli USA e nel periodo storico in genere.
Tant’è, Susan Glaspell è la prima femminista a portare certe istanze nei teatri, sui giornali,
fuori dalle suffragette. E dentro un futuro premio Pulitzer (Alison’s house, 1931).

– A cura e con una nota critica di Luisa Campedelli –

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Emma Romanoni nasce a Pavia nel 2003. Frequenta il liceo linguistico Adelaide Cairoli
nella città natale, dove studia l’inglese, il tedesco e il francese. Dopo il diploma si iscrive
alla Civica Scuola per interpreti e traduttori Altiero Spinelli di Milano, e porta avanti
la passione per le lingue straniere. Viaggiare l’affascina e continua a farlo,
anche mentre lavora come Group leader per l’agenzia MLA, che le ha permesso
di scoprire l’America e il Regno Unito, di cui è profondamente innamorata.

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L’opera sarà in tutte le librerie e nei maggiori store online dal 14 agosto, ma è già disponibile
in copia numerata, qui: https://divergenze.eu/prodotto/sostanza-artistica-della-traduzione/
in un lotto di copie numerate con inchiostro da bacche di sambuco e dedica dell’autrice.

Idillio fra le tenebre

Idillio fra le tenebre è la terza parte del romanzo d’appendice che il principe dei nottambuli, Pierangelo Baratono, pubblicò sullo storico quotidiano genovese “Il lavoro”, nato «per volontà del proletariato organizzato», nelle cui pagine l’autore non si limita a ritrarre il quadro sociale del proprio tempo, ma compie una riflessione sulla chimera accecante del potere. Tutto, in una Genova torbida e lucente di ambiguità, fra bettole e saloni patrizi, dove tre vite incrociano i loro destini nell’eterna lotta fra il bene e il male.
«C’era messa bassa, quel mattino. Qualche vecchia occupava i banchi, intenta alla preghiera. Il prete officiava, rattenendo lo sbadiglio e dando di tempo in tempo qualche pizzicotto al chierico trop­po distratto. I due si avvicinarono l’uno all’altro dietro un confessionale vuoto. Nel monotono stridore della voce del sacerdote il loro bisbiglio si udiva appena. Bonci cominciò: — Grazie Anna, per essere venuta. Voi non sapete tutto il bene che mi avete fatto».

– A cura di Luisa Campedelli –

Pierangelo Baratono (1880-1927), giornalista, scrittore e funzionario delle Poste, nasce a Roma, ma il suo nome è legato alla città di Genova. Critico letterario per “Il lavoro”, redattore della rivista di lettere, arte e scienza “Vita nova”, collabora con “La Riviera ligure”, con il mensile “La gazzetta di Genova”, con “La Liguria illustrata” e altri periodici, ma soprattutto è il signore delle ombre, il maudit sedentario che anima il Caffè Roma, alcova degli intellettuali del tempo. Amico e compagno di eccessi di Camillo Sbarbaro, è «il più francese degli autori italiani d’inizio Novecento». Idillio fra le tenebre è la terza parte, autonoma, di Genova misteriosa, scene di costumi locali, pubblicato su “Il lavoro” fra il 1903 e il 1904.
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Il volume, realizzato su cartoncino woodstock di pura cellulosa ecologica e carta arena ivory bulk extralusso, è reperibile in tutte le librerie e nei maggiori store online, oppure su https://divergenze.eu/prodotto/idillio-fra-le-tenebre/ in un lotto di copie
singolarmente numerate e senza spese di spedizione.