Tutto, tranne l’amore

In Tutto, tranne l’amore un padre, con storie brevi che paiono favole,
tenta l’impresa ardua e tenerissima di spiegare al figlio, nell’età incontaminata,
come imparare a cadere, a gioire e ad ascoltare la voce della coscienza.
«Credi di avere danzato, finora? No, hai girato su te stesso, costretto
come una vite in un tassello. Hai scambiato per danza la più antica delle schiavitù»
diceva il maestro. L’allievo – pur essendo il primo della classe – non capiva.
«C’era un ragazzo come te, anni fa. Lui sì che ballava. Tu sei una vite cromata
grande, lucente, ma nel muro ci entri troppo facilmente. Troppo volentieri.
Ti adegui, e a differenza della mitezza, adeguarsi non è esattamente una virtù.
Lui invece era una vite minuscola, a prima vista incapace di reggere qualcosa.
Eppure mentre si muoveva rideva, girava ed entrava nel muro,
e del buco faceva un nido: quello delle tortore o dei corvi
è fatto di pagliette, ma resiste anche agli uragani».

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Sergio Daniele Donati, avvocato classe 1966, fondatore e caporedattore
del litblog “Le parole di Fedro”, ha firmato E mi coprii i volti al soffio del silenzio
per Mimesis, nel 2018, e la silloge Il canto della Moabita (Ensemble, 2021).
Alcune sue poesie sono state pubblicate su riviste, blog letterari e quotidiani.
Studioso di meditazione, tiene seminari sul valore simbolico dell’alfabeto ebraico.

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Il tascabile, realizzato in cartoncino ecologico e carta interna bulk ad effetto vintage,
è reperibile in tutte le librerie e nei migliori store online. Altrimenti, senza spese
di spedizione, è acquistabile su https://divergenze.eu/prodotto/tutto-tranne-lamore/
in un lotto di copie singolarmente numerate con inchiostro da bacche di sambuco.

Una notte nella stazione di Silvi

Una notte nella stazione di Silvi è una raccolta di tre novelle che Umberto Fracchia scrisse nella “pace saporosa” di Bargone, come amava definire l’atmosfera del piccolo borgo ligure. In ciascuna di esse il più vantato autore italiano dei roaring twenties narra il motivo del tempo immobile. Tre miniature di figure e luoghi dello spirito in una solitudine che pare avvelenata, ma di pagina in pagina si carica di limpida e commovente nostalgia.

«I contorni della sua persona spiccavano abbastanza nitidamente con­tro i vetri della porta. La gonna, larga e rotonda in basso, andava restringendosi verso i suoi fian­chi nelle grosse pieghe di un giubbetto di pelo, che il fuoco del caminetto riempiva di pallidi ri­flessi rossi. Sul suo capo, stretto in un piccolo turbante, biancheggiava un fiore rotondo, forse una rosa, forse una coccarda, donde un fitto velo scendeva a nasconderle quasi interamente il vi­so».

– a cura di Francesca Maria Villani –

Umberto Fracchia, romanziere, traduttore e giornalista con qualche escursione nel cinema, nasce a Lucca nel 1889 e nel 1925 fonda la «La Fiera letteraria», celebre periodico che dirige nel primo biennio. Il romanzo Angela, pubblicato nel 1923, viene tradotto in trentasei lingue ed è uno dei più alti esempi di letteratura del primo Novecento. Ma anche gli altri lavori, a partire da Il perduto amore (1921), vengono apprezzati dai lettori e dalla critica coeva fino alla morte dell’autore, prematura, nel 1930. Le novelle raccolte in questo volume, scritte in un borgo della riviera ligure molto caro al Fracchia, hanno una vena lirica e nostalgica colma d’amore per i luoghi e le atmosfere paesane, dipinte nei gesti e nei riti della gente che li abita.

Il volume, realizzato su cartoncino Woodstock tender cream e carta Arena ivory bulk extralusso, è reperibile in tutte le librerie e nei migliori store online. Altrimenti, senza spese di spedizione, qui: https://divergenze.eu/prodotto/una-notte-nella-…e-altri-racconti/

Ronnie Banti ha perso la scommessa

La vita è una lunga scommessa con se stessi diceva già Plauto, e il commediografo greco
ne aveva messe in scena delizie e tormenti fin dall’antichità. In altri, più recenti, qualcosa
forse è cambiato, e Ronnie Banti è un personaggio che pesta passi colmi di malinconie
e di furore, a cui Simone Ghelli affida un ruolo trasversale che percorre strade da intendere
pure in senso metaforico, per lirica d’e­spe­rien­za, dando voce e attenzione al fervore
che muove chi vince, chi perde, e chi nemmeno pren­de parte alle sfide quotidiane,
rinunciando in partenza. È una condizione interiore che appartiene a moltissimi uomini,
e la letteratura ne riporta biografie e vicende. Per questo Ronnie Ban­ti è protagonista
di una avventura che potrebbe essere quella di coloro per cui la vita è un panorama
in­gentilito dalle utopie e deturpato dalle aspettative.
«Nel soppalco, basso, Ronnie doveva entrare car­poni per non battere la testa.
Quando dormiva supino, a braccia incrociate sul petto per controllare il battito
del cuore, si sentiva come dentro a una ba­ra. E in un certo senso l’idea
di essere già morto lo tranquillizzava, forse per la consapevolezza
di u­na impresa che si dimostrò fin dal principio al di sopra delle sue forze».

– A cura di Nicoletta Prestifilippo. Con una nota di Filippo Tuena –

Simone Ghelli, insegnante con la vocazione dell’autore e viceversa, è stato tra i fondatori
del collettivo “Scrittori precari” e caporedattore della rivista cinematografica “Close up.
Storie della visione”. Predilige le forme brevi e ha pubblicato due romanzi
L’albero in catene (NonSoloParole, 2003) e Voi, onesti farabutti (CaratteriMobili, 2012) –
e tre raccolte di novelle: L’ora migliore e altri racconti (Il Foglio, 2011), Non risponde
mai nessuno
(Miraggi, 2017) e La vita moltiplicata (Miraggi, 2019). 

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Il volume, realizzato su cartoncino Woodstock tender blue e carta Arena ivory bulk extralusso, sarà in tutte le librerie e nei maggiori store online dal 20 ottobre, oppure da oggi senza spese di spedizione qui: https://divergenze.eu/prodotto/ronnie-banti-ha-perso-la-scommessa/

Trilogia delle maschere

Dell’albero della conoscenza pirandelliano, la trilogia delle maschere è un gruppo di novelle in cui nulla è più vero delle apparenze. Sono infatti il luogo dove le maschere svelano la realtà dei volti che celano: il burocrate che d’un tratto esce dal ruolo di ingranaggio,
la donna per cui «io sono colei che mi si cre­de», lo iettatore che vuole costruire la fortuna sulla propria sventura, sono come fantasmi lontani da giudizi e condanne.
Come illusioni lungo il tempo eterno della letteratura.
«La povera figliuola mia deve fingere di non es­ser lei, ma un’altra, e anch’io sono obbligata a fin­ger­mi pazza credendo che la mia figliuola sia ancora viva. Mi costa poco, grazie a Dio, perché è là, la mia figliuola, sana e piena di vita; la vedo, le parlo; ma so­no condannata a non poter convivere con lei, e an­che a vederla e a parlarle da lontano, perché egli pos­sa credere, o fingere di credere che la mia figliuola, Dio liberi, è morta
e che questa che ha con sé è una seconda moglie».

– A cura di Eva Luna Mascolino –

Luigi Pirandello nasce nel 1867 a Girgenti, da una famiglia garibaldina e antiborbonica. Si laurea a Bonn in glottologia. L’anno dopo rientra in Italia, a Roma, e inizia a scrivere novelle e romanzi. Il successo arriva nel 1904 con Il fu Mattia Pascal, uscito a puntate su «Nuova Antologia». Nel 1908, con i saggi Arte e Scienza e L’umorismo ottiene la nomina a docente universitario di ruolo e dal 1909 collabora con il Corriere della sera. Dieci mesi più tardi esordisce nel teatro, al quale donerà alcune delle opere più celebri del Primo Novecento, tuttora attuali. Con il romanzo Sei personaggi in cerca d’autore (1921) raggiunge la fama mondiale, che troverà conferma nel successivo Uno, nessuno e centomila, nei trionfi della Compagnia del Teatro d’Arte di Roma da lui fondata e nella incessante attività di promozione culturale. Accademico d’Italia, nel 1934 riceve il premio Nobel per la letteratura.

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Il volume, realizzato su cartoncino e carta Arena Ivory Bulk extralusso, sarà in tutte le librerie e nei maggiori store online dal 18 ottobre, oppure da oggi senza spese di spedizione qui: https://divergenze.eu/prodotto/trilogia-delle-maschere/