Gli irresoluti
Sullo sfondo della provincia con le sue atmosfere ottuse e sature di ribellioni represse, Gli irresoluti narra di un’adolescenza in ritardo e la scoperta di una sessualità contorta tra fughe, insidie, rimpianti, e una galleria di personaggi di inconscia malizia e perversa innocenza. Un’opera d’impianto verista con la presa di un film, un mosaico di avventure estreme, tragiche, beffarde, nel quale si riflettono tratti della nostra.
«Nessuna parafrasi dai celebri indifferenti di Moravia,» osserva nel commento critico Pierangelo Miani, «benché l’intero romanzo suggerisca un’acuta metafora sociale: se quasi un secolo fa la questione ruotava attorno ai vizi, agli intrighi, alla noia ed al meschino disgusto delle abitudini della ricca borghesia, oggi il focus è l’intimo dissidio tra il desiderio e la realtà cruda dei fatti: l’incapacità di scegliere, e dunque di essere. Ma se è facile dire che gli irresoluti sono il prodotto d’una società drogata di miti, di mezzi, di sirene capaci di sedurre intere legioni di wannabe, immaturi figli del benessere privi d’anticorpi contro il virus dell’abbondanza di (finte) occasioni, difficile è trovare gli antidoti. Non a caso il protagonista, Andrea Greco, è l’archetipo del figlio perfetto: mite, obbediente, studioso, un automa addestrato a soddisfare i desideri della madre recitando il ruolo imposto dalle consuetudini e dai taciti compromessi delle famiglie “per bene”. Eppure un giorno qualcosa rompe quell’equilibrio cristallizzato in una forma tanto meticolosa quanto precaria, facendo scattare nel giovane la molla di una consapevolezza fino allora negata. L’autrice rifiuta ogni mimetismo con le storie trite e ritrite sulla ricerca e la scoperta d’un mondo libero e armonioso, poiché sa che quel mondo non è lo stato oggettivo di un luogo ma una conquista interiore del singolo, e per ridestare dal torpore il protagonista strapazza con gusto
le regole e i conformismi dei quali è vittima. Dei quali, nella vita concreta,
chi più chi meno, vittime lo siamo un po’ tutti».
Con una prefazione critica di Pierangelo Miani.
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Rosa Elena Colombo vive e lavora a Milano. Laureata in Giurisprudenza, coltiva la passione per l’antropologia e lo studio dei popoli antichi. Traduttrice, ha pubblicato per «Temperino Rosso» una nuova edizione de Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Nel novembre 2018 ha esordito con il romanzo Gente cattiva, edito da Oakmond Publishing.
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Il romanzo è in tutte le librerie e nei maggiori store online, oppure in copia singolarmente numerata, qui: https://divergenze.eu/prodotto/gli-irresoluti/