Elegia ambrosiana
Nella silloge del primo e più antico collettivo di street poetry d’Italia,
i versi miti e infuocati comparsi a Milano e dedicati alla città proprio come un canto,
una Elegia ambrosiana. I membri del Collettivo K attivi dal 1981, affidano i loro lavori
a gessetto a selciati, mura e marciapiedi, perché non lascino segni permanenti sulle superfici.
Tutti i componenti del collettivo sono stati e vogliono restare anonimi,
in linea con i loro componimenti. La poesia, dicono, «se mai ne abbiamo prodotta
nei nostri versi liberi, è legata a luoghi o brividi che variano col tempo
e nell’animo di chi li ha fermati, senza la presunzione di trattenerli».
Non piangere, Milano,
le tue lacrime di sorgente
da nubi d’olio e di piombo:
nessuna vergogna può infettare il tuo spirito.
Chi t’ha rubato più di quanto avevi
non conosce l’indirizzo della dignità.
I suoi occhi
cuciti alla corteccia del viso
sono cariati, ammaccano l’aria d’invidie
e ti vedono appena come una palestra
per nuovi edifici.
Anche quando sarai
un lenzuolo di cemento
le tue acque
chiuse negli intestini delle strade
tracimeranno, e ci bagneremo felici.
Loro grideranno alla calamità
di cui sono padri,
ma la carne senz’ossa delle parole
non può durare. Tu invece
sei come l’erba che si piega al peso di ogni addio
e non si spezza mai.
– A cura di Lucrezia Lombardo. Con un saggio di Raul Montanari –
Illustrazioni di Bianca Dall’Osto –
Il volume, realizzato su cartoncino Terrarossa di pura cellulosa ecologica certificato,
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