Dalla parola allo schermo

Passare dalla parola allo schermo non è un’operazione facile, occorre evitare una lunga serie di trappole. La parola infatti è l’arte povera per eccellenza e nel contempo la più ricca: le bastano una penna e un foglio, segni neri su sfondo bianco, per proiettare un film nella mente dei lettori. E quel film è difficile da mettere in scena con attori e atmosfere: l’occhio del regista non coglie quasi mai ciò che, legittimamente, colpisce chi ha letto il medesimo ro­manzo, giacché l’immaginazione è un’elegia individuale complicata da ripetere.
La domanda su cui è articolato il saggio è come il cinema dialoghi con le altri arti,
e soprattutto con la letteratura. La sfida è trovare le risposte in The Great Gatsby
e gli adattamenti che consentono di continuare a dare vita all’opera.
«Il cinema ha sempre avuto un rapporto intenso con la letteratura.
Il desiderio di raccontare delle storie, usando il nuovo mezzo, trovò subito
un solido puntello nel patrimonio letterario. Il legame ha portato con sé, fin dall’inizio,
problemi di carattere linguistico, estetico e sociologico sorti
man mano che il nuovo medium affinava la sua tecnica narrativa».

– A cura di Massimo Rovati –

Alessia Parravicini, classe 1998, vive a Tirano, in provincia di Sondrio. Diplomata al Liceo delle Scienze Umane Pinchetti, Laureata in Lettere Moderne, frequenta la magistrale
di Scritture e Progetti per le arti visive e performative all’Università di Pavia.

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